Relazione sulla mia attivita` di esperto scientifico e tecnologico presso l'Ambasciata d'Italia in Cina; considerazioni e prospettive.


Roberto Coisson, Pechino 2008-2-9


Al termine del mio incarico in Ambasciata, colgo questa occasione per riassumere le mie considerazioni generali sullo sviluppo della collaborazione scientifica fra Italia e Cina in questi 4 anni.

Dopo una sommaria rassegna delle attivita` svolte, intendo esprimere considerazioni che in base alla mia esperienza, possano essere utili in futuro, per continuare lo sforzo di promozione degli scambi tecnico-scientifici fra i nostri due Paesi.


Suddivido le mie note nei seguenti punti: Introduzione, Informazione, Formazione, Tecnologia, Ricerca di base, Agroalimentare, Medicina, Beni culturali, Divulgazione, Energia e Ambiente, Astronomia e spazio, Decentralizzazione, Conclusioni e prospettive



Introduzione


Nei 4 anni trascorsi, le relazioni scientifiche e tecnologiche fra Italia e Cina hanno avuto un forte sviluppo quantitativo e un'evoluzione qualitativa importante.

Sono aumentati gli scambi di studenti laureati e ricercatori, numerosi sono i piccoli progetti di ricerca, e si stanno avviando programmi nazionali in vari settori. Questo e` dovuto allo sviluppo della Cina e a una maggiore conoscenza della Cina da parte degli scienziati italiani; ed e` comunque una soddisfazione aver potuto contribuire in piccola parte a questo.

Con questa evoluzione, anche il ruolo dell'ufficio scientifico e tecnologico presso l'ambasciata cambia.


Fino a qualche anno fa l'attivita` di promozione S&T consisteva in:

- un limitato numero di scambi di ricercatori in base al Protocollo Esecutivo dell'Accordo S&T fra MAE e MOST.

- "eventi promozionali" come "simposi sino-italiani" ,

- appoggio a delegazioni di universita`, ospedali o altro,

Salvo alcune notevoli eccezioni, il tutto era in un quadro di primi contatti, in una condizione asimmetrica in cui la parte cinese aveva pochi mezzi e lo scambio poteva sembrare un aiuto allo sviluppo.


Al giorno d'oggi bisognerebbe insistere di piu` su alcuni punti:


Informazione

Come gia` accennato, la raccolta e distribuzione di informazioni e` un elemento essenziale del lavoro di promozione S&T. In particolare questa attivita` ha consistito in:


# Redazione e manutenzione di pagine web. Lavoro importante, che purtroppo finora a causa di tutti gli altri impegni non ho potuto aggiornare spesso.

Questa attivita` ha consistito in particolare in:

- raccolte di links a siti S&T cinesi utili per ricercatori italiani, per far loro conoscere il mondo scientifico cinese

- lo stesso su siti italiani, per gli scienziati cinesi

- raccolta di links a siti di notizie S&T nei due Paesi.

- lista (con links) di conferenze scientifiche internazionali che si svolgono in Cina, che possono essere utili agli scienziati italiani per stabilire contatti con colleghi cinesi.

- links a pagine web di collaborazioni esistenti, e di accordi

- reports, commenti e appunti dell'esperto.


# invio di e-mails mirate direttamente a possibili interessati, quando si viene a conoscenza di particolari opportunita`. Si tratta di un lavoro "artigianale", ma che si e` rivelato il piu` efficiente per avviare nuove attivita` comuni. Si e` trattato, in media ogni anno, di 2 o 3 mila e-mails inviate e altrettante ricevute.


# Tutto questo e` integrato da forme di comunicazione piu` organizzate come messaggi alla rete RISeT del MAE (dalla quale si sono avuti talvolta dei feedback), (e da messaggi mandati a istituzioni come CNR, CRA, ENEA, INFN, Univerita`, camere di commercio e Ministeri, e a istituzioni cinesi). Purtroppo l'intenso lavoro quotidiano ha limitato il numero di questi messaggi.


In questi ultimi due anni, i settori specifici in cui si e` concentrata l'azione sono stati determinati soprattutto dalle richieste da parte cinese, in quanto la forte riduzione del bilancio dell'ufficio permetteva di dare solo un contributo simbolico (che comunque ci vuole) ad attivita` di interesse dei nostri partners locali. Tutto sommato ritengo questo fatto positivo: e` piu` probabile che abbiano un'influenza attivita` da loro richieste, piuttosto che proposte da noi e di cui non si sa se realmente interessano.


Formazione

Un'importanza strategica in campo S&T, come negli altri settori della cultura, ha la formazione a livello avanzato di studenti cinesi in Italia e italiani in Cina.

Il numero di studenti cinesi in Italia e` fortemente aumentato in questi ultimi anni (sia pure partendo da numeri di gran lunga inferiori ad altri Paesi), anche sulla spinta dell'incontro fra Ciampi e Wen Jiabao. A questo ha dato un grande contributo l'Istituto Italiano di Cultura di Pechino, col quale questo ufficio S&T ha lavorato in stretto contatto.

E` giunto il momento di qualificare questo flusso e di orientarlo piu` (anche con incentivi) verso il settore post-laurea e verso un piu` stretto rapporto con la ricerca, l'innovazione e la produzione. Questo, oltre ad essere un elemento essenziale per dare continuita` alle collaborazioni scientifiche esistenti, e` molto utile alle stesse aziende italiane (ma anche quelle cinesi che vogliono investire da noi o commerciare con l'Italia) in quanto hanno bisogno in tempi brevi di risorse umane che servano da ponte col Paese in cui operano o intendono operare.

Per avviare e sostenere le collaborazioni e formare queste risorse e` opportuno cominciare definendo insieme ai partners argomenti di tesi di laurea specialistica (master) e dottorato (o stages post-doc) nel'ambito di corsi da svolgere in parte in un Paese e in parte nell'altro, nel quadro di un progetto di ricerca comune (in altre parole: come sempre, partire dai contenuti).

Questo e` auspicato anche dal Ministero dell'Educazione cinese, che vuole assicurarsi che lo studente cinese che va in Italia svolga attivita` che interessano anche nel loro Paese; ma e` anche interesse nostro, perche' se lo studente che ritorna cambia settore di lavoro (se quello che ha fatto in Italia non interessano in Cina), e` probabilmente perso per il suo ruolo di ponte scientifico-culturale.

Per questo sono necessari incentivi, da una parte perche' lo studente cinese ha spesso alternative offerte da altri Paesi (e dobbiamo competere per i migliori), e dall'altra per la carestia di risorse di cui soffrono molti gruppi di ricerca italiani. Tuttavia sono in generale contrario a offrire borse complete, perche' cosi` le due parti siano tenute a manifestare il loro interesse con una sia pur limitata partecipazione alle spese.


Un'altra idea che si e` dimostrata utile - sia per l'aspetto formativo che per facilitare l'avvio di collaborazioni di ricerca - e` di fare svolgere in Cina stages per tesi di laurea specialistica o dottorato a studenti italiani, su un argomento concordato fra i due docenti, e associati a studenti locali. Questo ufficio ha organizzato stages nei settori dell'Economia e dell'Architettura, e si prevede di estendere queste attivita` (richieste sono venute nel campo delle Scienze Ambientali e dell'Agricoltura Tropicale).


Tecnologia

In Cina, come negli Stati Uniti, il passaggio dalla ricerca alla produzione e` piuttosto diretto, e molte delle ditte hi-tech sono spin-offs di universita` o istituti dell'Accademia delle Scienze. Questo e` un buon motivo (per le nostre aziende, s'intende) per investire in ricerca in Cina. Le aziende di altri Paesi lo fanno, in particolare le multinazionali, installando anche laboratori congiunti con enti pubblici e privati cinesi, e questo per due ragioni principali:

- una e` la formazione di partnerships e quindi di accesso al mercato cinese con innovazioni prodotte in loco ma parzialmente di loro proprieta` (il che e` anche conveniente sul versante della difesa della proprieta` intellettuale);

- l'altra e` il fatto che trovano cosi` una “manodopera” di ricerca tecnico-scientifica numerosa e a buon mercato e relativamente di buona qualita`, nonostante una formazione di base troppo nozionistica. Questo e` soprattutto importante in settori come quello biotecnologico.


Purtroppo in Italia la parte delle imprese nel finanziamento della ricerca e sviluppo (R&S) e` nettamente inferiore alla maggior parte degli altri Paesi industrializzati, e anche alla Cina. Questo ce lo ha fatto notare anche il vice-ministro della S&T cinese in un incontro in Ambasciata, auspicando che le imprese italiane si impegnino di piu` nelle collaborazioni di ricerca e sviluppo tecnologico.

Purtroppo, a detta di esperti di politica scientifica, questa situazione italiana non sara` corretta in tempi brevi, per varie difficolta` anche oggettive (come la piccola dimensione delle imprese etc).


Tuttavia, dal nostro osservatorio in Cina si notano segni di positivi sviluppi, che questo ufficio S&T ha promosso e seguito con interesse in questi anni (anche per il mio specifico interesse ed esperienza trentennale in campo tecnologico):


  1. Rapporti fra “parchi scientifici” o “distretti tecnologici” o simili, italiani e cinesi, con incubatori di start-up italiane in Cina e viceversa, supporto all'inserimento sul mercato (in particolare per mezzo della R&S) di piccole aziende. Primi esempi sono stati Torino e Trieste, che questo ufficio ha avviato ad orientarsi; da citare anche il parco di Venezia con le aziende di servizi per la tutela del patrimonio culturale, e i progetti di Napoli. Questo approccio tende a superare l'handicap che hanno le piccole aziende ad affrontare un mercato grande e sconosciuto.

  2. Partnership fra aziende e universita` delle due parti. Per esempio le ditte Piaggio e Zhongsen hanno associato al loro accordo produttivo il supporto alla collaborazione universitaria Chongqing-Pisa (S.Anna), che servira` a fornirli di risorse umane e ad avere in loco una base di ricerca applicata. Analogamente, stavolta su iniziativa universitaria, i politecnici di Torino e Milano, con una attivita` congiunta con Tongji e altre universita`, hanno anche coinvolto il mondo produttivo. Ci sono poi alcuni altri esempi.

  3. Osserviamo poi che la promozione di quel notevole patrimonio di tecnologie raffinate che hanno le nostre piccole e medie aziende si puo` anche propagandare con corsi indirizzati alle zone rurali e meno sviluppate. In questo settore un lavoro utile e` stato svolto dalla nosta Cooperazione allo Sviluppo del MAE (centro per il restauro, etc) e dal nostro Ministero dell'Ambiente. Il nostro ufficio S&T ha contributo a questo organizzando corsi nel settore della qualita` nella produzione agroalimentare, della medicina preventiva e della conservazione del patrimonio culturale. Tali coprsi sono stati quasi totalmente finanziati da parte cinese, il che e` una prova del loro reale interesse per gli specifici argomenti scelti.

  4. Un ruolo significativo possono anche svolgerlo gli esperti che lavorano su invito della SAFEA (State Administration of Foreign Expert Affairs). Questa istituzione cinese raccoglie nelle province, da parte di istituzioni pubbliche e private, richieste di pareri tecnologici o gestionali da parte di esperti stranieri volontari, che la SAFEA passa a a sua volta a varie ONG straniere, le quali propongono i loro esperti, spesso pensionati, che vengono invitati e spesati dalla SAFEA o dalle aziende interessate. Molto attive sono per esempio le organizzazioni tedesche e olandesi, e sono appoggiate dai loro ministeri, in quanto i loro esperti sono degli ottimi propagandisti delle tecnologie del Paese d'origine. Questo ufficio S&T ha fornito consigli e un piccolo supporto alla ISES, una ONG di Torino, che invia ogni anno una ventina di esperti, soprattutto nel settore agricolo-alimentare e della tecnologia e della gestione di piccole aziende, argomenti molto richiesti dalle province cinesi. L'attuale presidente dell'ISES e` l'ex presidente delle Camere di Commercio piemontesi, il che aiuta nella trasmissione di richieste di informazione al mondo produttivo italiano.

  5. in alcuni casi le camere di commercio si sono impegnate in un discorso di lungo periodo (la cultura che prepara l'economia), come quella di Verona che ha organizzato corsi di 6 mesi per giovani cinesi per far conoscere la realta` produttiva locale (il che poi ha facilitato l'avvio di scambi economici).

  6. Aggiungo infine che la FIAT ha avviato la costruzione di un centro ricerche a Shanghai, nella zona industriale specializzata nel settore dei trasporti.


In conclusione, la R&S (e l'associata formazione di personale) e` nel settore della tecnologia il miglior modo di inserirsi nel mondo economico cinese. Consiglio sempre agli imprenditori in settori tecnologici di non presentarsi come venditori immediati di beni o servizi, ma di proporre sviluppo e innovazione in comune, come modo per conquistarsi la fiducia e creare una partnership che poi diventa anche economica e commerciale.



Ricerca di base


Se e` vero che la ricerca cinese e` in gran parte applicativa , e la parte di ricerca di base e` minore che nella maggior parte degli altri Paesi, e` anche vero che con il nuovo piano 2006-2020 una delle priorita` indicate e` quella di rinforzare la ricerca di base, in quanto i dirigenti cinesi si rendono conto che e` fondamentale per una autonoma capacita` innovativa. Il vice-ministro del MOST (Min. della S&T) e il vice-presidente dela NNSF (National Natural Science Foundation) hanno tenuto due seminari per i consiglieri scientifici europei per illustrare la loro politica in questo senso. Naturalmente si rendono conto che per questo hanno bisogno di incrementare la collaborazione internazionale nel settore. La ricerca di base e` necessariamente internazionale, anche per noi.

In questo l'Italia e` favorita dal fatto che ha varie eccellenze nella ricerca fondamentale. Infatti finora sono da notare soprattutto i risultati della collaborazione fra l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e la CAS (Accademia delle Scienze cinese).

In questo settore e` il finanziamento pubblico che e` la base portante, e a questo e` opportuno che si rivolga l'attenzione istituzionale.

Ricerca di base non vuol dire che non sia orientata ai grandi problemi del mondo, ma semplicemente che non si pone come fine un prodotto o uno strumento.

A questo fine sara` importante l'applicazione dell'accordo MiUR-MOST, in quanto - prevedendo un bilancio annuale di 30 milioni di Euro - potra` avviare alcuni progetti di una certa dimensione.


Agroalimentare

E` un settore nel quale l'Italia ha, in forma distribuita nel Paese e fra le piccole e medie aziende, una tecnologia raffinata. La Cina, che con il nuovo corso politico ha rivolto piu` attenzione al mondo agricolo e ha fortemente aumentato gli stanziamenti per il miglioramento qualitativo dell'agricoltura e del food processing, vede con interesse non solo la tecnologia, ma anche il sistema economico-gestionale delle nostre piccole e medie imprese agroalimentari, in quanto lo considera un utile modello per lo sviluppo di un mondo rurale che evidentemente non puo` seguire la via delle grandi farms americane. Anche in questo settore e` chiaro che c'e` una relazione fra il farsi conoscere e l'intessere relazioni economiche.

L'attenzione alla qualita` del cibo in Cina e` anche dovuta (oltre al problema dei controlli necessari all'esportazione) a tutta una serie di scandali ripresi ampiamente dai giornali locali, che hanno allarmato la popolazione .

In questo settore l'attivita` dell'ufficio S&T ha consistito nell'organizzazione e appoggio a specifiche iniziative come:

- il dottorato congiunto sui cibi di origine animale (coordinato da Univ. Pisa, con le Univ. di Torino, Parma, del Guangxi, del Qinghai e la CAAS (Chinese Academy of Agricultural Sciences)),

- il laboratorio congiunto sui controlli sugli alimenti a Zoucheng (Shandong) (Dipartimento Agroalimentare del CNR, col supporto della Municipalita` di Zoucheng)

- il laboratorio di microbiologia del latte a Zibo (con l'indirizzo scientifico di un prof. di Verona e un investimento di 5 milioni di Euro della ditta Deyi)

- il seminario sulla produzione sostenibile di legno (CNR, con la Chinese Academy of Forestry in novembre 2005),

- i corsi su HACCP, igiene alimentare e controlli di qualita` nel food processing (Univ. Parma, presso l'Univ. di Agricoltura dello Yunnan (YAU) (2005 e 2007), l'Univ. del Qinghai (2007), finanziati dalla YAU e dal Ministero dell'Agricoltura cinese),

- il seminario sulle ricerche congiunte fra CNR e CAAS (novembre 2006)

- il progetto Toscana-Guangxi sulla gestione dei controlli veterinari (2007),

- la collaborazione fra CAAS e Univ. Bologna, su Molecular Plant Breeding

- fra CAU (China Agricultural University) e Ist, Spallanzani di Milano, su genetica bovina

- La CAAS ha proposto un progetto di ricerca agro-ecologico in Mongolia Interna da finanziare con i crediti d'aiuto della Cooperazione italiana allo sviluppo.

- numerosi workshops sulle applicazioni delle membrane nel settore agroalimentare: latte, vino, succhi di frutta, oltre a industria tessile, trattamento acque inquinate e dissalazione (CNR Istituto di Tecnologia delle Membrane, Membrane Industry Association of China, Politecnico di Harbin, municipalita` di Weihai, di Changzhou etc), e “training base” a Weihai (Shandong) per la tecnologia delle membrane.

- etc


Infine, l'accordo di cooperazione fra CRA e CAAS firmato alla presenza del Ministro Di Castro nel novembre 2006 e` stato proposto e organizzato da questo ufficio, e sembra ora concretamente avviarsi, con un contributo del Ministero dell'Agricoltura italiano.


Medicina

Un'altra delle priorita` della nuova politica cinese e` la sanita` pubblica, la medicina preventiva e sociale.

Dopo aver conosciuto praticamente solo il modello americano, medici e politici cinesi scoprono i sistemi sanitari europei e intendono studiarli per sviluppare un sistema sanitario equo ed efficiente. E` un'occasione per l'Italia di farsi conoscere in quel settore, il che non solo e` importante come in tutti gli altri scambi culturali per incrementare la conoscenza reciproca, ma anche per far conoscere la nostra tecnologia.

La nostra attivita` si e` svolta in vari settori:


Appoggio a ricercatori italiani, per stabilire nuovi contatti, fra i quali citiamo il progetto sui databases dei tumori delle ossa (Ist. Ortopedico Rizzoli e ospedale Jishuitan di Pechino), sugli scaffoldings per cellule staminali (Bologna e politecnico di Kunming),


Ricerca di base in Medicina: visite a centri di ricerca biologici, ospedali e altre istituzioni per identificare argomenti da proporre a colleghi italiani, consigli a ricercatori italiani e aiuti nei loro contatti,

Numerose sono state le sollecitazioni, da parte di centri di eccellenza della CAS, ad invitare scienziati italiani ad operare nelle loro strutture, in particolare nel settore della genomica, dove fra l'altro a mio avviso ci sono interessanti opportunita`.


Aiuto all' organizzazione di qualche simposio di medicina, in particolare attraverso la Chinese Medical Association (CMA).


Contributo alla definizione (col Ministro Sirchia prima e Turco poi) del Laboratorio sulla Medicina Tradizionale Cinese (TCM),


L'attivita` piu` continuativa e` stata quella svolta attraverso la Regione Emilia-Romagna, la Societa` Italiana di Colposcopia e la China Cancer Research Foundation (CCRF), promossa dalla Dr.a Paola Agnelli, collaboratrice volontaria di questo ufficio ed esperta ginecologa, sulla prevenzione dei tumori femminili. Questa ha portato a

A seguito di queste attivita` e su richiesta della CCRF, il Min. della Sanita` cinese ha richiesto ufficialmente al Ministero della Salute italiano di studiare l'organizzazione e gestione dei servizi di screening dei tumori in Italia. Un esperto italiano, il Dr. Carlo Naldoni, della Regione Emilia-Romagna, e` stato chiamato a far parte della commissione nazionale cinese per gli screenings

Il CCRF (con l'accordo del loro Ministero) ha espresso l'interesse a sottoporre una richiesta di “soft loan” per un progetto di screening dei tumori in Mongolia Interna.



Beni culturali

Con l'istituzione alla fine del 2004 di un “centro per gli studi scientifici del patrimonio culturale“ (COSSOCH), l'Accademia delle Scienze (CAS) ha iniziato ad impegnarsi attivamentenel campo dei beni culturali (BC), promuovendo studi interdisciplinari di analisi di ogni tipo di manufatti archeologici e storici. E` un'attivita` complementare a quella del restauro, che vede gia` importanti collaborazioni fra Italia e Cina (Centro di formazione per il restauro (CNICP), museo di Xi'an etc) svolte nell'ambito della cooperazione allo sviluppo del MAE.

Nel settore dei beni culturali in generale, viene riconosciuta l'eccellenza dell'esperienza, del know-how e del gusto italiano. Per questo il direttore delle relazioni internazionali della CAS ci ha detto che in questo settore sono disposti a coprire la maggior parte delle spese delle collaborazioni, riconoscendo il contributo italiano di expertise. Da notare che collaborazioni scientifiche in questo campo non sono solo un fatto accademico, ma anche una promozione delle aziende italiane di analisi e restauro.


Questo ufficio S&T ha promosso e avviato numerose attivita` congiunte col COSSOCH, su vari argomenti:

Divulgazione scientifica

Nel promuovere l'immagine dell'Italia come un Paese di scienza e tecnologia, un ruolo importante ha la divulgazione scientifica.

Si tratta di una attivita` che in Cina e` portata avanti soprattutto dalla China Association for Science and Technology (CAST), importante organizzazione semi-governativa con ramificazioni in tutte le province, che organizza eventi con milioni di partecipanti, sviluppa materiali didattici, gestisce musei della S&T, etc.

Questo ufficio ha promosso un accordo fra il MIUR (ora Ministero dell' Istruzione) e il ramo di Pechino della CAST nel 2005, ha lavorato all'estensione dei rapporti con la stessa CAST nazionale ed alcuni degli altri suoi rami locali (Wuhan, Chongqing), ha coinvolto anche Napoli Citta` della Scienza, e ha seguito i contatti fra Genova Science Festival e la sezione di Shanghai della CAST. Sono stati realizzati scambi di esperti, di studenti e di materiale nell'ambito delle “settimane della scienza” italiane e cinesi.

Materiali multimediali di fisica (prodotti dall'Ist. Naz. di Fisica della Materia) sono stati mostrati alla CAST che ha dichiarato l'intenzione di collaborare al loro sviluppo ed diffusione in Cina.

Da parte cinese e` stato mostrato interesse alla telemedicina, e sono state fornite loro informazioni sulle competenze italiane nel settore.

Altra materia di interesse da parte cinese e` il software Open Source, che viene visto come un concetto che favorisce la concorrenza e le piccole e medie imprese. L'Istituto di Automazione della CAS ha una collaborazione con la Francia che vorrebbe estendere ad altri Paesi.


Energia e ambiente

La presenza a Pechino di un gruppo operativo del Ministero dell'Ambiente italiano, che soprattutto grazie alle risorse derivate dal protocollo di Kyoto svolge molte attivita` di cooperazione ambientale anche col MOST, copre un settore che un ufficio come il nostro non sarebbe in grado, per le sue dimensioni e mezzi, di seguire. A questo si aggiungono da quest'anno anche i “soft loans” della Cooperazione allo Sviluppo del MAE, che hanno anche risvolti di ricerca, sui quali anche questo ufficio collabora.

L'attenzione dell'Isituto di Energia Atomica allo sviluppo di reattori sottocritici (il cosiddetto Accelerator Driven System) e a reattori nucleari innovativi, come quello di altre istituzioni cinesi alle tecnologie solari termiche italiane, sono di interesse per gli scienziati italiani per ricerche che altrimenti non riuscirebbero a realizzare in Italia. Altro settore di cui seguire attentamente lo sviluppo tecnologico e` quello delle celle solari innovative.


Astronomia e spazio

Da tempo l'INFN collabora con la CAS, e l'osservatorio di Yangbajing in Tibet e` una delle prime realizazioni importanti della collaborazione scientifica italo-cinese. Da notare anche il rapporto dell'INAF con gli osservatori astronomici cinesi, e il progetto AMS (Alpha Magnetic Spectrometer) per un rivelatore su satellite.

Argomento di grande interesse in Cina e` anche il telerilevamento. Ci sono stati contatti in particolare per quanto riguarda le applicazioni all'archeologia e al possibile monitoraggio di terremoti.

Su un versante di relazioni commerciali, l'ufficio S&T ha aiutato le parti italiane a trovare i partners opportuni, in particolare nell'ambito del progetto europeo Galileo.



Decentralizzazione

Accenno brevemente alla necessita` di non concentrare la propria attenzione solo su Pechino e pochi altri centri (Shanghai e Tianjin). La Cina e` grande e le prospettive di sviluppo sono notevoli soprattutto in provincia.

Contariamente a un diffuso pregiudizio, quella cinese non e` un'amministrazione centralizzata, le province e regioni hanno una notevole autonomia decisionale e finanziaria, e tendono a essere ancora piu` desiderose, rispetto alle istituzioni centrali, di avviare partnerships internazionali.

Fanno bene quelle istituzioni italiane (come regioni etc) che concentarno la loro attenzione su una o due province, piuttosto che limitarsi ai contatti a Pechino o disperdere gli sforzi in questo vasto continente. Anche perche' ci vuole tempo per coltivare le guanxi, le conoscenze personali su cui e` basata la fiducia reciproca.


Conclusioni

Come procedere per il futuro? Penso di aver in parte gia` espresso le mie idee a proposito.

Aggiungo che altri Paesi come la Francia hanno uffici scientifici numerosi ed estesi sul territorio, oppure - come la Germania e la Finlandia - hanno uffici esterni di promozione delle collaborazioni scientifiche e tecnologiche, con un funzionamento piu` flessibile e rapido, e penso che una simile soluzione potrebbe essere utile studiarla anche per l'Italia.

Il nostro ufficio, attualmente costituito da una persona sola, deve concentrarsi su poche cose, anche in base alle guanxi, le conoscenze personali acquisite, badando ai contenuti, ai risultati delle collaborazioni scientifiche in termini di pubblicazioni congiunte, di formazione di ricercatori, di miglioramento della conoscenza reciproca e di prospettive applicative ed economiche.

Per questo sara` necessario che il nuovo esperto scientifico sia persona di ampia cultura generale scientifica e di effettiva esperienza di ricerca, per saper giudicare e distinguere le iniziative da appoggiare, e che abbia conoscenza del mondo accademico per saper fare quel matching di interessi fra gruppi di ricerca, che e` parte importante dell'attivita` quotidiana.


Dobbiamo vedere la Cina come un Paese scientificamente al nostro livello (non piu` un Paese in via di sviluppo da assistere), con i cui centri di ricerca e` naturale collaborare per un vantaggio reciproco. Il contributo che ci possono dare puo` essere nelle notevoli attrezzature dei loro centri di eccellenza, nel lavoro di ricerca accurato dei loro graduate students, nelle opportunita` di studiare problemi locali e globali legati all'inquinamento, al clima, allo spazio, alla biodiversita` etc. Da parte loro auspicano che l'interazione con i nostri scienziati aiuti i loro giovani a educarsi a una ricerca piu` creativa di quanto siano stati abituati all'Universita`.


Sul piano degli accordi istituzionali, la prospettiva e` questa:


  1. il “nuovo” accordo S&T fra MAE e MOST del 1998, con un suo sia pur limitato bilancio, permettera` di estendere gli sforzi per avviare nuove piccole collaborazioni (che poi si spera cresceranno). Positiva e da appoggiare anche la recente iniziativa del MAE (DGPC) di associare ai progetti di scambio di ricercatori delle borse per stages di un anno. Nell'estensione del prossimo Protocollo Esecutivo, le parti dovranno a mio avviso cercare di semplificare al massimo le procedure per i singoli scambi, per esempio prevedendo il contributo sotto forma di rimborso (per permettere di decidere e partire rapidamente).

  2. Il Memorandum MIUR-MOST, reso operativo dall'incontro ministeriale di settembre, poitra` essere un sostegno molto importante per far crescere la ricerca scientifica comune. Bisognera` seguire costantemente l'applicazione, e nello stesso tempo lavorare per riavviare il processo previsto dal parallelo Memorandum MIUR-CAS.

  3. Altri accordi, gia` avviati ma sui quali conviene mantenere l'attenzione, sono quello fra i due Ministeri della Sanita` sulla Medicina Tradizionale Cinese (TCM) (scarso e` per ora l'impegno delle aziende che pure fanno parte del Laboratorio Congiunto), e quello fra CRA e CAAS (progetti definiti potranno far arrivare i contributi da parte cinese che per ora non ci sono).

  4. Per l'accordo fra la CAAS e il Dipartimento Agroalimentare del CNR ci sono i contenuti, serve un quadro istituzionale e finanziamenti.

  5. Il CNR (come amministrazione centrale) e l'ENEA sono stati poco presenti in questi anni. La scadenza dell'accordo CNR-CAS dovrebbe essere una occasione per rilanciare i rapporti, riprendendo vecchi argomenti e avviando proposte nuove. Il presidente della CAS ha espresso l'intenzione di effettuare una visita in Italia nella tarda primavera di quest'anno.


Altre osservazioni: come al solito insisto a consigliare di non fare accordi senza un reale contenuto gia` definito (in particolare alludo a universita`, ospedali etc.). Accordi che restano pezzi di carta ci fanno perdere credibilita` .

Inoltre, da non trascurare l'aspetto multilaterale delle relazioni con la Cina, in particolare il quadro europeo: una parte importante dei fondi di ricerca passa per l'Unione Europea. Esiste un coordinamento dei consiglieri scientifici-tecnologici della UE. La nosta azione si rinforza con le sinergie con altri Europei. Questo ufficio ha anche proposto progetti trilaterali Italia-Cina-Vietnam (tuttavia ancora non avviati).


Alcune mie iniziative sono ancora incompiute: l'accordo EOS (European Optical Society)-COS (Chinese Optical Society), le joint ventures di ricerca e produzione nel campo delle tecnologie ottiche (che pero`, dato che e` il mio mestiere, continuero` a perseguire), quelle su software open source, telemedicina e e-learning.

Ritengo infine importante che la serie di corsi/workshop su prevenzione dei tumori, beni culturali e qualita` dei cibi sia continuata, con l'appoggio di questo ufficio.


Infine qualche osservazione sul mio futuro coinvolgimento nelle relazioni scientifiche e tecnologiche fra Italia e Cina (e Vietnam).

Dopo il febbraio prossimo riprendo le mie attivita` di collaborazione con colleghi cinesi e vietnamiti, nel campo della strumentazione ottica e delle energie rinnovabili. Restando quindi in contatto con questo mondo scientifico sono disponibile a collaborare, nel tempo libero, se all'Ambasciata interessa, soprattutto durante il periodo in cui non ci sara` un esperto localmente, mantenendo contatti con la Sig.a Du Bo e col Dr. Giuseppe Rao, scambiando messaggi e dando suggerimenti a colleghi italiani e cinesi, e aggiornando le pagine web. Saro` raggiungibile all'indirizzo e-mail roberto.coisson@fis.unipr.it oppure robertocoisson@yahoo.it .