Autostop


L’autostop e` un modo di trasporto per turismo che permette di risparmiare e quindi adatto a giovani e studenti. Ora e` meno usato sia per le crescenti preoccupazioni securitarie, sia perche’ ora i trasporti in treno o autobus permettono delle occasioni a basso costo.


Non ricordo tutte le autostoppate che ho fatto. Forse il primo viaggio e` quando mi sono laureato (1966) e ho ricevuto l’avviso per comparire davanti al tribunale militare per rispondere del reato di “diserzione”.

Il mio passaporto era bloccato ma sono uscito in treno al Brennero con la carta di identita`, utilizzando il passaporto nelle altre frontiere, dove non ci badavano.

Traversato la Germania. Qualche angheria dalla polizia: mi hanno buttato fuori dal pisciatoio dell’autogrill dicendo che era solo per automobilisti (e non per vagabondi come me), e allora ho pisciato sul prato. Ho conosciuto un giovane giapponese che si avviava a continuare l’azienda di stamperia del padre. Aveva visitato una stamperia tedesca ed era colpito dal fatto che gli operai tedeschi lavoravano molto piu` lentamente di quelli giapponesi.

Danimarca-Svezia. Passaggio da un prof di fisica, visita all’universita` di Lund.

Ospitato da gente in casa in foresta che non parlavano Inglese. Guardato la televisione senza parlare. A quell’epoca pochi parlavano Inglese, solo giovani.

Andato a lavorare a fare mucchi di torba (me lo aveva indicato il prof di Lund). Infatti mi servivano soldi perche’ la` le 500 lire/die preventivate non bastavano. Solo che dopo 3 giorni il mal di schiena mi ha impedito di continuare e sono andato via prima di prendere I primi soldi. Poi Stoccolma. Dormito una notte nella nave-ostello (500 lire/notte). Entrato di straforo nel famoso parco di cui non ricordo il nome, e alloggiato presso una casa di artisti con vari altri vagabondi. Il giorno dopo era festa e per le strade c’erano solo ubriachi.

Poi a Oslo, sempre in autostop. Dormivo su una panchina, un poliziotto mi ha svegliato e diceva che non si puo`. Cosa devo fare? Dormi pure sull’erba. Il primo poliziotto gentile che avevo incontrato. Mi ha dato una buona impressione della Norvegia. Sono andato a cena dal addetto culturale dell’ambasciata italiana (mio padre mi aveva dato l’indirizzo, era suo amico). Poi a dormire sotto un ponte su ponteggi di legno. Passaggio fino a Geiranger da un giovane laureato in antropologia culturale che andava a occuparsi di un gruppo di giovani in vacanza. Ci siamo dati appuntamento il giorno dopo per salire su na montagna che non era ancora stata scalata ma non doveva essere difficile. Vado su fino a un colle dove mi stendo in un prato col sacco a pelo. Ma il giorno dopo lui non e` arrivato, mi ha spiegato che uno dei suoi ragazzi si era rotto una gamba. Continuato per Alesund, da cui ho avuto un passaggio da due piccoli vecchi insegnanti, con cui abbiamo parlato Latino, che loro sapevano, io un po’ meno, nonostante 8 lunghi anni di studio. Poi un passaggio da un gruppo di ragazze che andavano a ballare, e dormita in una baracca di rimessa per barche sulla costa del Nordfjord. A Oslo ho telefonato a casa e mi hanno detto che era arrivata la “dichiarazione di riforma” al servizio militare. Allora ho pensato: “allora si sono accordi dell’errore che hanno fatto” e sono rientrato tranquillamente a casa. In seguito un avvocato mi ha spiegato che rischiavo comunue (il reato non va in prescrizione, se non all’eta` di 65 anni). Anni dopo mia madre ha domandato un mio certificato di nascita al comune, e le hanno detto che risultavo “disertore”. Mia madre le ha portato il certificato di riforma, e loro hanno cancellato la menzione. Ma probabilmente i militari no, ma se ne sono dimenticati. E ormai non ho piu` l’eta`.

Ritorno rapido atraverso la Germania, in parte in compagnia di una drogata che andava in India, e sono tornato all’universita` a finire la tesi (il catodo di ricambio ordinato era arrivato) (I miei insegnanti hanno trovato strano il mio comportamento).



La volta successiva e` stata quando Paola e io siamo andati in Grecia (1967?). Da Firenze, un passaggio in Mercedes con un attore di teatro, a Roma a salutare mia cugina Giovanna, e poi a Brindisi. Sbarcati a Igoumenitsa, ricordo l’aspetto dei villaggi e cittadine era molto medioorientale, casette con tetto di paglia. Dopo Atene, su per la costa una volta dormito nel piazzalino di una cappella di fronte al mare, un’altra su un pontile, che poi la mattina un signore che abitava li’ si e` presentato con un vassoio di frutta fresca. Preso un autobus per andare alla strada nazionale, il bigliettaio ci ha detto che “autostop” quindi non ci chedeva di pagare. Poi un passaggio da un grosso autocarro che portava esplosivi. Poi da un furgoncino, che avevano provato a mettere le mani addosso a Paola, cosa che si e` ripetuta all’ostello della gioventu`, dove quindi Paola ha picchiato l’aggressore e si e` barricata nella stanza in cui era stata messa. Volevamo andare sull’Olimpo, ma era lungo. Ritorno passando da Skopje (con la punta del minareto spostata dal terremoto recente), Un pezzo in treno, in compagnia di due vecchi Serbi che mostravano disprezzo per gli Albanesi. E su per la costa. Un passaggio da uno che andava in Russia, visita a Spalato ai resti romani, traghetto per Ancona, treno per Falconara, notte in albergo dove ci hanno messo in 2 stanze perche’ non eravamo sposati, e poi traversato l’Appennino fino a Firenze.

L’anno dopo, prima di andare in Guinea, abbiamo fatto invece un viaggio in 500. Autostrada fino a Belgrado, e poi in Romania, dove ricordo la dormita in tenda in cima a una montagna, con la 500 messa a proteggerci dal vento ma che poi ha rischiato di rovesciarsi su di noi. Incontri con i pastori-contadini con cui si comunicava facilmente a causa della somiglianza della lingua. Museo a Sibiu, fuochi di stoppie, dormite in tenda vicino alla strada, e poi giu` verso la Bulgaria, attendati in una foresta sul Rodope, e poi al Rilskyi Monastir isolato fra le montagne. Da li’ traversto a Skopje (minareto con punta spostata dal recente sisma), e strade sterrate verso Prishtina, mangiato trota in un ristorante lungo il lago di Ohrid, giro a remi su un lago in mezzo ai boschi in Montenegro, infine su lungo la costa. Tenda in riva al mare con cielo sereno e poi a meta` nottata temporale, bagnati e riparati in macchina. Ritorno via pianiura padana e dormita in valPellice in tenda a Pertusel.

In questi 2 viaggi abbiamo sempre dormito alla belle etoile o in tenda in posti qualsiasi, vicino alla strada, senza paura. I tempi sono cambiati, almeno nella percezione comune. In Africa, come diro` altrove, il cambiamento e` stato veramente drammatico. Il mondo sembra diventato piu` insicuro.