Una serie di lettere (e-mails) mandati a parenti e amici dal 2004 al 2008

2004
Ho fatto una lista di persone con cui usavo fare chiacchere di mensa o di corridoio, e ogni tanto vi scriverò.
Qui il lavoro direi che è più facile che fare ricerca, basta un po' di cultura scientifica generale e di buon senso, e magari un po' di memoria ma questa scarseggia e non ricordo i nomi e non riconosco le facce per cui faccio qualche gaffe, è un po' un lavoro di public relations. Ho due impiegate che invece di ostacolarmi il lavoro mi aiutano:  dico loro cosa devono fare e loro lo fanno (il contrario che da noi, che dicono loro cosa devo fare io), scrivono perfino le lettere per me e io basta che le firmi. E' vero che dipendo pur sempre da una amministrazione italiana, basata sul falso in atto pubblico (per esempio le mie due impiegate per loro non esistono, e mi faccio fare fatture strane per pagarle), alla quale però i Cinesi si adattano (sono abituati a non avere leggi e regolare le cose con accordi ad hoc fra le persone interessate, con discussioni e compromessi: ora si sono messi in mente di diventare uno stato di diritto, non so bene cosa ne verrà fuori). Ci sono perdite di tempo notevoli, che consistono per metà nell'accompagnare delegazioni di VIP italiani (ministeriali, regionali etc) impreparati (e spesso presuntuosi), e l'altra metà a occuparmi di ricercatori o studenti a cui hanno negato il visto per andare in Italia. Ma a parte questo con i colleghi cinesi lavoro bene, e visito tanti laboratori e imparo cose nuove.
Città di Pechino. Io che avevo sempre rifiutato l'idea di andare a vivere a Milano, mi trovo in una Milano moltiplicata per 5. In un'Italia anni '60 (miracolo economico) moltiplicata per 25. Speculazione edilizia, evasione fiscale generalizzata, turismo di massa, automobile come simbolo di status e traffico caotico, inquinamento, pubblicità, opportunità e business...
E' vero che dopo 20 anni di governo di destra, il nuovo governo di centro-sinistra pone fra le sue priorità l'ambiente, la sanità (la Cina non ha (né ha mai avuto) un sistema sanitario nazionale né provinciale), la povertà delle campagne. Il problema è che l'amministrazione statale, sia pure bene organizzata e poco burocratica, ha un bilancio che è solo il 20% del PIL (sia pure in crescita), e quindi è uno stato debole. Riuscirà a corregere la rotta, contro forze economiche interne e esterne più grandi?
Staremo a vedere, dopotutto è una cosa che riguarda anche noi. E intanto sono imbarazzato di rappresentare uno stato che firma un accordo internazionale nel 1998 e ancora non lo ha ratificato; e in cui il CNR è nello stato in cui è (e i Cinesi lo sanno benissimo, sono ben informati). E l'INFM che fine ha fatto? E dell'ENEA non ho notizie; dovrò domandare ai colleghi cinesi.
Magari la prossima volta vi racconto qualcosa sulla scienza in Cina...




Cari parenti, amici toscani e commensali parmigiani, prima di tutto vi
scrivo per mandarvi i miei migliori auguri per l'*Anno del Gallinaceo*
che comincia domani 2005-2-9.

Avevo iniziato a mandare in giro un messaggio qualche mese fa agli
amici con cui mangiavo in mensa a Parma, con l'idea di ripeterlo
spesso, ma un po' che sono pigro a scrivere (ma devo dire che anche i
destinatari di quel messaggio non si sono fatti sentire molto, salvo
lodevoli eccezioni), e un po' che ho molti reports da scrivere, e
quindi questa è solo la seconda puntata di quello che uno dei
commensali ha chiamato "intermensa", e che, sempre per pigrizia,
estendo anche a parenti e amici toscani (a cui manderò poi la prima
puntata).   Devo anche riportare le proteste della dottoressa Yang [1]
che lamenta che tutti quegli amici che avevano detto "vi veniamo a
trovare"  non si sono fatti vedere, e il vostro pied-è-terre a 北京
(Pechino)  è rimasto inutilizzato.

Dopo un anno qui, le prime impressioni che vi dicevo l'altra volta
restano valide, ma su molte cose non ho ancora le idee chiare. Mentre
dopo pochi mesi in Vietnam, paese per certi versi simile, penso di
poter parlare di politica, perché i mezzi di informazione danno
notizie e la gente ne parla, qui ne so poco, anche perché loro sono
convinti che è meglio divulgare le conclusioni e non le discussioni e
divisioni interne, e infatti anche l'ultimo cambiamento di governo
(poco più di un anno fa, se ben ricordo) che è il primo che non sia
stato un colpo di stato, è avvenuto in seguito a dibattiti non pubblici.
La mia impressione è che la gente che viene in Cina, un po' per le
difficoltà di comunicazione, un po' per i miti vecchi e nuovi che
hanno circondato da noi questo paese, tende a estrapolare dai pochi
dati sperimentali delle conclusioni basate sui propri pregiudizi, per
cui si va dalla dietrologia comunista, al rimpianto per il passato
(Qing oppue Mao), all'esaltazione business-produttivistica o
tecnologica. In realtà questo è un grande paese con molti contrasti
(come gli USA, del resto).
Il mio lavoro qui prosegue come al solito, fra delegazioni italiane
impreparate (anche se forse la situazione va migliorando), difficoltà
per i visti per professori e studenti cinesi (e qui il miglioramento è
più lento), lentezze delle amministrazioni italiane.
Ma sono piuttosto libero di organizzare il lavoro come ritengo utile
[in altre parole: da noi della scienza non gliene frega niente a
nessuno...], e cerco soprattutto contatti diretti con professori e
ricercatori.
La mia proposta di stages di tesi cofinanziate procede con difficoltà:
i gruppi di ricerca mi dicono che non hanno neanche 200 euro al mese,
oppure che hanno troppi laureandi e non hanno tempo di starci dietro,
i rettori non so quanto posso credere alle loro promesse, e in
generale l'università italiana non è pronta per l'internazionalizzazione.
Ho ricevuto invece incoraggiamenti dal Ke Ji Bu [3] e dalle provincie
[4] sul progetto di screening del carcinoma cervicale e sulla qualità
nel food processing, spero di avere qualche supporto anche da parte
italiana.
La Moratti doveva venire in maggio al forum euro-cinese sulla scienza,
ma il suo consigliere diplomatico le ha consigliato di venire in data
diversa per aumentare la sua "visibilità": l'ingenuo non sa che di
ministri stranieri qui a 北京 ce ne sono tutti i giorni e quindi si
illude di essere visibile come solo ministro in visita. Pensi
piuttosto a fare proposte concrete, invece che auspicare e poi chi s'è
visto s'è visto, come altri ministri nel recente passato. E' che
sembra che da parte italiana i soldi per la scienza non ci sono. E i
cinesi fanno notare che loro l'impegno a finanziare le collaborazioni
ce lo mettono.

Ma cosa sto a lamentarmi... la domenica vado a fare belle gite in
montagna, lo stipendio è quattro volte quello che si prende in Italia
e il costo della vita quattro volte inferiore...

Forse nei prossimi giorni di semivacanza (per noi ufficialmente no, ma
tutti i cinesi sono in vacanza, e quindi c'è poco da fare) vi scriverò
qualcosa sulla vita pechinese, le esperienze da ciclista nella
megalopoli, i progetti scientifici, notizie turistiche...

科松 [5]
oppure, come uno dei commensali preferisce chiamarmi, 猪 [6]


[1] 羊: trad. ital.: Ovini [2]
[2] per quelli poco ferrati in Zoologia, questo significa Agnelli,
oppure Capre, etc.
[3] 科技部, trad.ital.: ministero della scienza e tecnologia
[4] per noi la parola provincia può essere fuorviante: per lo più
hanno popolazione e superficie paragonabili all'Italia.
[5] Ke Song
[6] Zhu
P.S. se vedete dei quadratini, vuol dire che non avete i fonts Guo
Biao , che tuttavia potete scaricare gratuitamente dalla 网 (rete)



2005-7-17
Mi scuso del lungo silenzio
(ma anche voi vi siete fatti sentire poco, e soprattuto non ci siete
venuti a trovare in Cina). Ora che ho finito di scrivere il resoconto
visita Moratti e report semestrale, questro weekend ho un po' di tempo
per riposare (anche se ho perso molto tempo con il sistema Windows sul
mio portatile) . Non vi parlerò della Moratti. Per oggi parlerò di
traffico. Altri argomenti alle prossime puntate (sciòpping, politica,
sars, minoranze etniche, turismo,scienza....?).

交通,in pinyin: jiaotong
[trad. ital.: comunicazioni, traffico]
ovvero: a Pechino a correre dietro ai taxi si risparmia poco [chi non
conosce la barzelletta se la faccia raccontare]
Pechino è una megalopoli e per andare dall'altra parte della città
(dove fra l'altro si svolge la maggior parte dell'attività scientifica)
ci vuole più di un'ora. Il traffico è diventato un ostacolo; nell'
ultimo anno e mezzo  il numero di auto personali è raddoppiato, il che
fra l'altro significa che metà degli automobilisti guida da meno di un
anno e mezzo e infatti non sa guidare. Dicono che l'inquinamento
dell'aria negli ultimi anni è migliorato (chissà come era prima!), ma è
aumentata la parte dovuta alle automobili, ed è aumentato il rumore.
Esclusa l'auto privata (che per ora non abbiamo comprato e che forse
non riusciremo a trovare con caratteristiche di consumo e inquinamento
adatte all'Europa) che comunque in città non è conveniente, i mezzi di
trasporto sono: i piedi, la bicicletta, l'autobus, il metro e il taxi.
Date le distanze, i piedi servono solo per il traffico locale. Gli
autobus ce ne sono più di 1000 linee, e la mappa esposta alle fermate
fa paura, è un groviglio di linee intrecciate e non si capisce niente;
insomma o si conosce un autobus o non si sa dove si va. Il metro è la
soluzione più conveniente per attraversare il centro, specialmente
nelle ore di punta (nelle quali però si è un po' pigiati fra la folla).
Ci sono poche linee (2 in centro e 2 in periferia), ne stanno
costruendo altre 3 o 4.  La bicicletta è il mio mezzo di trasporto
preferito, ci sono vialetti per i ciclisti, e i ciclisti sono pochi.
C'è solo da stare attenti agli incroci, dove gli automobilisti
considerano che hanno sempre la precedenza, e col rosso non vanno
dritti ma girano a destra (e talvolta a sinistra). Talvolta per evitare
gli ingorghi le auto prendono le piste ciclabili, salvo poi restare
bloccate e bloccare anche noi. Per difendersi dall'arroganza delle auto
ci sono ciclisti che si dotano di claxon da auto; del resto ci sono
auto che si dotano di sirena della polizia (si vede che non hanno
ancora fatto una legge che lo vieta) (del resto finora le multe per gli
automobilisti erano irrisorie, a livello di un'economia da ciclisti),
comunque non si sposta nessuno. Un problema è che gli alberghi da tre
stelle in su vedono le biciclette come qualcosa di disdicevole, e ne
impediscono l'avvicinamento a meno di 50 metri. Inutile cercare di
attraversare una stradina dietro l'albergo (o peggio davanti), né sulla
bici né accompagnandola a piedi: si viene scacciati in malo modo. Se si
va all'albergo bisogna lasciarla ben lontano sulla strada, dove viene
regolarmente rubata. Perché il furto della bicicletta è uno sport molto
diffuso.  Le bici vanno lasciate in parcheggi custoditi, o alla peggio
attaccate a una ringhiera (e anche così...mi sono comprato la terza
bicicletta; è vero che costano poco, 20 o 30 euro o anche 5 euro quelle
"usate"). Comunque il fatto che con le ricchezze che ci sono in giro i
problemi di sicurezza si limitino alla bicicletta e al portafoglio è
una cosa apprezzabile, speriamo che duri.
Poi per maggiori distanze o se si ha fretta c'è il chuzuchiche
[trad.ital.: taxi]; ne prendiamo 5 o 6 al giorno. Le tariffe vanno su
un euro o due, o al massimo 5 se si va fuori, come all'orto botanico o
all'aeroporto. E non c'è da posteggiarlo. Di solito se ne trova uno
entro 20 secondi, salvo quando piove nelle ore di punta. E' necessaria
una minima conoscenza della lingua cinese, per spiegare al conducente
dove deve andare (o per pronunciare bene il nome, o per spiegare se non
conosce il posto). Gli analfabeti si fanno scrivere il target su un
foglietto, o usano il mingpian dell'albergo. La stradina dove abitiamo
la conoscono tutti; l'ambasciata d'Italia invece non la conosce
nessuno.
Misteriosamente, mentre nel 1998 mi ricordo che i taxisti erano come a
Lecce (non usavano il tassametro e facevano un prezzo "speciale", etc)
ora sono tutti (99%) diventati onesti: fanno andare il tassametro, non
fanno giri inutili, danno la fattura (che qui nei negozi la fanno
malvolentieri, e spesso danno una finta fattura: l'evasione fiscale è
uno dei maggiori problemi della Cina) e per lo più sono anche gentili

Per tanto tempo non ho avuto tempo di continuare la serie "intermensa". Ora ho un weekend di frenetica attivita` di scrittura fra e-mails, messaggi ufficiali (che l'ambasciatore richiede e poi spesso non manda), e quindi visto che ci sono mando un aggiornamento a un po' di parenti e amici.
Sono gia` in preparativi per il rientro in ambiente accademico. Domanda per l'autorizzazione dal MAE, contatti con le ditte di traslochi e fissare la data che dovra` essere prima del capodanno lunare, telefonare per la visita doganale delle antichita`, vendere l'auto prima della spedizione delle masserizie, e naturalmente scrivere molte relazioni etc.
Mi chiedono se mi dispiace andar via.
No, anzi, non vedo l'ora che passino questo poco piu` di un mese di preparativi. Pechino non e` piacevole (ingorghi di traffico, inquinamento dell'aria, rumore, strade sottosopra per le costruzioni etc), l'ambiente degli "expatriates" in cui ci si trova a vivere neanche (a altri piace perche' fanno una vita da ricchi che non si possono permettere in Italia), e tantomeno l'ambiente diplomatico, specialmente quello italiano. Salvo eccezioni io li trovo, chi piu` chi meno, presuntuosi e superficiali, che badano alle forme e le cerimonie e non al contenuto (come quello che si fa dopo la firma dell'accordo), a figurare presso i ministeri italiani da cui dipende la loro carriera, e ad essere arroganti con gli inferiori e servili con i superiori. Inoltre il loro lavoro (e il mio quando sono sollecitato da loro; il che in verita` non succede spesso perche' si rivolgono a me solo se si tratta di "spazio" o di "nucleare", mentre "energia" o "medicina" o "agricoltura" o "politica scientifica" secondo loro non hanno a che fare con le scienze  e tecnologie) e` una serie di urgenze dovute a visite di delegazioni ministeriali per le quali bisogna preparare tutto nei minimi dettagli.
E anche il mondo degli intermediari cinesi, approfittatori vari che costituiscono una buona parte dei ricchi. Spesso le delegazioni taliane che incontrano una di queste associazioni che si presentano come quelli che li introducono nel mercato o che vantano appoggi in ministeri e municipalita`, scoprono con sorpresa "siamo proprio capitati con le persone giuste!"; in realta` e` che sono molto bravi a capire quello che la controparte vuole sentirsi dire, e poi intascano i soldi, e ne danno un quarto a chi fa il reale lavoro di intermediazione. E quando si tratta di spillare soldi lo fanno con tecnica raffinata che se ho tempo vi raccontero` la mia esperienza col museo della scienza di Pechino.
I soli ambienti che mi piacciono in Cina sono i campus universitari e i villaggi di montagna (per lo piu` delle minoranze etniche).
L'esperienza e` stata interessante e stimolante in quanto ho imparato molte cose sulle varie scienze e tecnologie, in particolare agricoltura, biotecnologie, beni culturali etc, ho conosciuto meglio la Cina (ma per questo mi bastava meno se venivo realmente a vivere in Cina) e migliorato un po' la mia scarsa conoscenza della lingua.
Praticamente sono restato 4 anni invece di 2 per colpa del precedente ambasciatore, che aveva tramato per liberarsi di me e per questo avevo deciso di restare [non ditelo in giro]. (Anche se, devo dire, il secondo biennio e` stato il piu` interessante). Del resto della scienza non  gliene fregava niente (come una volta disse scherzando...). Il nuovo ambasciatore non e` nevrotico come il precedente, e buon politico (scuola andreottiana);dicono che conosca il medio oriente, ma della Cina non sa niente e non impara, e la sua ignoranza culturale da carabiniere (come era) fa si` che la scienza e la tecnologia non sa neanche dove stiano di casa. Per cui non mi disturba piu` di tanto, solo mi chiede di scrivere messaggi ufficiali che poi non trasmette. Altra perdita di tempo.
Una volta gli dissi che andavo a Shanghai all'Universita` Tongji. Mi chiede (la faccio breve) "cosa ci va a fare a una universita`?"; dico" "mi hanno invitato"; silenzio interrogativo; aggiungo "sono anche stato invitato dall'Ist. Naz. di Fisica della Materia"; e lui dice: "ah, va bene, io non so cosa sia la fisica e nemmeno la materia: vada, vada pure". Per non parlare della Tecnogym....(altra storia)
Ma sto divagando di cose che molti di voi sanno gia`.
Forse avro` ancora tempo di scrivere nei prossimi giorni, anche se il 25,26 e 27 ho appuntamenti di lavoro. Oggi (domenica) ho lavorato a scrivere un articolo (nello scarso tempo libero mi sono rimesso a studiare). Ieri ho fatto un giro a Panjiayuan (dai Romani detto Porta Portese) a fare un po` di sciopping per regalini. Ho girato un po' di ristoranti a mezzogiorno, per assaggiare cose diverse, come i germogli di salice, il sorgo, etc., non mi ricordo tutti, sto perdendo la memoria, e resto stupito quando dico un numero di telefono di 12 cifre alla mia segretaria-clandestina e lei se lo ricorda, a me devono dettarlo 4 cifre alla volta. In questo lavoro non ricordarsi le facce e i nomi fa fare delle gaffes, faccio molta confusione. Tuttavia sembra che i colleghi italiani e cinesi abbiano apprezzato il lavoro di promozione delle collaborazioni scientifiche che ho fatto, pur senza soldi.
Se mando questo messaggio a piu` di 10 persone non parte.
Ci risentiamo. Buona notte. E buon Natale e Anno Nuovo.


Nell'attesa di rivedervi fra qualche giorno, vi
mando qualche considerazione, questa volta
sull'Italia.
Infatti rappresentare questo bel Paese pur
benvoluto da tutti,spesso e` imbarazzante. Tanto
per cominciare ogni tanto mi ricordano che un
Accordo firmato dai due Ministri degli Esteri
nel lontano (per la Cina) 1998 non e` ancora
ratificato da parte italiana (e` una lunga
storia...). Del resto da noi un ministro firma
una nomina e uno parte un anno dopo (niente di
personale, c'e` chi ci ha messo di piu`). Da noi
un documento per passare da un ministero
all'altro ci mette due mesi, quindi un decreto
firmato da due ministri ci mette almeno 6 mesi.
Qui ci metterebbe 15 giorni (il tempo e`
determinato dalle discussioni, talvolta anche
lunghe, non dal passaggio di carte). Qui tutto
evolve rapidamente, anche se spesso in modo
disomogeneo (con una amministrazione centrale
relativamente debole...). Una volta da un
ministero cinese mi hanno chiesto  semplici
informazioni da chiedere a un ente italiano.
Mandato e-mail, nessuna risposta. Telefono, mi
dicono che loro "ufficialmente" non hanno
ricevuto nulla (ovvero alla e-mail non vale la
pena di rispondere). Al che stupidamente mi sono
messo a scrivere un messaggio ufficiale. Che e`
andato un po' di volte avanti e indietro fra me,
il"ministro consigliere", l'archivio, prima
problemi di stile (non si dice "per e-mail" ma
"per le vie brevi"...etc), poi di encoding, non
gli va bene Unicode, e neanche HTML, vogliono
MSWord, lo mando ma non va ancora bene, vogliono
i fonts Maicrosoft. Dopo una settimana dal
ministero insistono e io faccio una ricerca su
Internet e trovo quasi tutte le informazioni.
Alla fine dopo due settimane parte il mio
"messaggio";  inutilmente. Ormai sono gia`
partiti per l'Italia, e non serve piu`. Dico:
ora e` inutile mandarlo. No, si manda lo stesso.
Tanto a loro (l'80% dei diplomatici) interessa
solo la forma. Per andare al Ministero
dell'Agricoltura che e` a 200 metri
dall'ambasciata prendono l'auto di servizio
(fanno domandare il permesso di
parcheggio,....), non vanno a piedi. Pensano che
ne va del buon nome dell'ambasciata. Non sanno
che quando vado ai ministeri o alle universita`
in bicicletta i colleghi apprezzano (ma io non
dico loro che vado in bicicletta). E quando ho
proposto di portare una delegazione italiana in
taxi e` stato scandalo. Ma poi e` risultato piu`
conveniente che l'auto di servizio. Loro si
agitano solo quando viene un ministro o un
sottosegretario, giocano a darsi importanza.
Fanno manifestazioni e accordi che sono scatole
vuote.E poi mi sento dire dai cinesi "e poi non
e` successo nulla..."  Oppure che per le
collaborazioni scientifiche i soldi ce li
mettono, e bisognerebbe che anche noi ce li
mettessimo. Stiamo facendo la figura dei parolai
e taccagni. Speriamo che la situazione migliori.
Comunque della scienza alla nostra ambasciata
non gliene frega niente.
E poi  c'e` l'uff. personale etc che ti dice
sprezzantemente che ti devi studiare i
regolamenti che non sai neanche dove sono e ti
devi imparare che devi andare in vacanza di
martedi` o mercoledi` e tornare di mercoledi` o
di giovedi` senno` ti tolgono giorni di ferie e
altre cavolate delgenere, e devi perdere il tuo
tempo con formulari su cui non sai cosa scrivere
etc, rimborsi IVA e indennita` di
rappresentanza, etc
A proposito dei visti di  ingresso, argomento
piu` che imbarazzante vergognoso, saro` breve
per non finire nel turpiloquio. La situazione e`
peggiorata da un paio di mesi a questa parte.
Infatti la legge Bossifini del 1998 ha avuto i
decreti attuativi nel 2004 e sono praticamente
entrati invigore dopo una ispezione due mesi fa.
L'impiegato allo sportello e ` terrorizzato
dalle conseguenze penali che puo` avere un suo
"errore" (se da` il visto, non se non lo da`).
La maggior parte delle telefonate che ricevo
sono o di ricercatori a cui non hanno accettato
i documenti (nota: non hanno rifiutato
ilvisto...), o di professori italiani arrabbiati
perche' i loro collaboratori non riescono a
venire per collaborazioni o congressi.
Egoisticamente potrei essere soddisfatto per il
fatto che ho qualche decina di cinesi (e i loro
amici italiani) che mi sono riconoscenti per
aver loro fatto avere il mitico visto. Fra cui
quello che aveva vinto il premio della FAO. Ma
questo e` un grave intoppo alle collaborazioni
scientifiche, culturali e economiche. Dicono che
stanno facendo un decreto interministeriale ....
chissa ` quanto tempo ci vorra`. Intanto il
nostro ufficio visti ha il primato dell'ufficio
in cui si e` piu` maltrattati. Io ci sono andato
una volta e non ci torno piu`. Parlo solo col
console.
Insomma, mi sembra che la nostra amministrazione
pubblica (ministeri, ambasciate etc, un po'
meglio fanno le regioni e alcunii privati, che
stanno imparando) piu` che essere un aiuto e` un
ostacolo alla collaborazione scientifica.  Quasi
quasi mi metto in proprio...

Post Scriptum
(qualche considerazione successiva)

....