Inrtroiezioni


Immigrazione, dissidenti e balle



Immigrati che credevano che nei paesi ricchi non ci fosse bisogno di lavorare.

E avevano anche i motivi per pensarlo. Gli Africani perche' non avevano mai visto un bianco lavorare con le mani. Gli Albanesi perche' dai telefilm visti sulle nostre reti televisive non si capisce che ci sia bisogno di lavorare. Quelli dei paesi "comunisti" perche' vedevano il lavoro alle dipendenze dello stato come una costrizione e sentivano dire che in "occidente" c'era la "liberta'".

Un Burkinabe' meccanico diceva a un mio amico (che gli diceva che anche in Francia c'erano dei meccanici come lui) che non era possibile, i Bianchi leggono un libro, si riposano... e pensava che le fabbriche fossero tutte automatiche. Un ragazzo vietnamita venuto fra i boat people mi confessava che non pensava che qui avrebbe dovuto lavorare. E` stata dura, dice, ma mi sono abituato, e mi alzo la mattina alle 6…

Questo era 20 anni fa. Probabilmente al giorno d’oggi non e` piu` cosi`, l’informazione circola di piu`.



Dissidenti” opportunisti.

Almeno quando uno viene da un paese con una politica "anti-occidentale", uno sa che se racconta che i suoi guai (o la sua intenzione di emigrare) sono dovuti a persecuzione politica, quello che dice viene creduto dai giornalisti e lettori in USA o in Europa. In Guinea un conoscente che voleva emigrare in Francia mi fa vedere con aria circospetta un dattiloscritto in cui si facevano moderate critiche alla politica statale, chiedendo di portarlo in Italia. Un altro, cittadino straniero, viene espulso per traffico di valuta. Si difende (parlando con me) dicendo "ma lo fanno tutti, ma mi colpiscono perche' io sono contrario alla loro politica...". Spesso le condanne sono per cose giuste ma possono anche essere delle scuse. Ma non era questo caso.


A Palo Alto (California) un Polacco mi dice "io sono un dissidente, ho passato perfino una notte in prigione! e qui per ricompensa cosa mi danno? un lavoro di merda con uno stipendio di merda con cui pago a malapena l'affitto di casa...".

In Vietnam ho seguito un processo a cui ha dato ampio spazio la stampa internazionale

Sui giornali e riviste straniere che trovavo dal giornalaio leggevo che quattro persone erano sotto processo per "aver diffuso informazioni tali da turbare l'ordine pubblico". E dicevano che “si sa bene che questo vuol dire ...” e dicevano che il vero motivo era che avevano espresso opinioni critiche sul governo: e riportavano un testo di moderata critica, che era poi quasi uguale alla relazione che aveva tenuto il presidente del parlamento. Sui giornali viet leggevo una interpretazione diversa (ma che mi e` sembrata piu' verosimile): i quattro erano accusati si aver falsificato carta intestata e timbri del ministero dell'interno e di aver mandato a varie provincie ordini di effettuare un giro di vite assolutamente esagerato su cose di scarsa importanza (e quindi avrebbero creato scontento fra la popolazione); solo che gli uffici provinciali avevano telefonato al ministero e era risultato il falso. I quattro hanno avuto una pena con la condizionale, con l'espulsione dal paese dei due che erano cittadini americani (pene moderate probabilmente perche’ volevano tenersi buoni gli Americani, anche se si sa che oerazioni di disturbo e sabotaggio sono state fatte da gruppi americani, anche se privati, me lo confermava anche un Vietnamita (professore di informatica) fortemente critico del governo vietnamita e che vive in Canada, che era invitato dall’Accademia delle Scienze a Hanoi).

Lo schema del dissidente funziona con i giornalisti.

Nguyen Khac Vien, un Viet francese tornato in Vietnam, aveva scritto un articolo sul Monde Diplomatique in cui rifiutava i concetti di “democrazia socialista” come alternativa al tradizionale concetto di democrazia nato dalla rivoluzione francese. Un giornalista era andato con l’idea di intervistare un “dissidente” che si lamentasse di come era trattato, ma questi non gli aveva dato soddisfazione e non ha pubblicato l’intervista.

Vien ha fondato la rivista “etudes vietnamiennes” ed era membro del parlamento (e` morto recentemente).


L'arroganza dei "filo-occidentali":

in Libia quelli che pensavano di essere messi al potere dagli occidentali, quando si parlava di trattative di pace pretendevano che non partecipasse il governo di Gheddafi. E I loro simili in Siria si erano rifiutati di trattare con Assad. E Francesi e altri hanno accettato.

Dicevano che facevano bombardamenti umanitari per difendere la popolazione civile, e poi bombardavano il palazzo di Gheddafi. E in Siria chiamavano ribelli democratici gruppi affiliati a Al Nusra.

Del resto la gente si e` dimenticata la grande balla delle armi di distruzione di massa in Iraq?