Da Lugu hu a Mingyin, Yunnan

A fine agosto dl 1998, finita una conferenza dell'ICO (International Commission for Optics), alla quale avevo presentato un lavoro sull'interferometria con luce incoerente e uno sul focheggiamento in fibre ottiche con gradiente alternato, sono partito con il mio sacco da 20 Kg (pieno di fotocopie, lucidi, qualche libro, oltre alle cose necessarie), la prima tappa al Tai shan (dove era andato a meditare Confucio). Saliti i 1000 metri di dislivello sulle lunghe scale sudando per il caldo e l'umidita dormendo nel "lungo corridoio del sole che sorge", che non e` sorto perche' pioveva a dirotto, ho continuato vedendo un giorno i giardini di Suzhou (i giardini classici della Cina), visitando un collega (con cui avevo lavorato a Parma) a Jiading (Institute of \Optics and Fine Mechanics), poi fatto un seminartio a Chengdu, in seguito visitato il famoso Buddha di Leshan (una trappola per turisti che sono scappato presto), ho preso allora il treno a Leshan per andare a Kunming. Sul treno non c'era posto, ma mi hanno venduto un biglietto lo stesso dicendomi di andare al vagone ristorante, dove infatti ho dormito. La mattina per vedere un po' di posti per via, sono sceso in una piccola citta`di cui non ricordo il nome. Qui avevo bisogno di ccambiare dei dollari in yuan RMB. Vado in giro e vedo un cartello "ufficio turistico internazionale" scritto in 5 lingue, sono entrato e ho domandato se parlavano Francese, Inglese, etc., ma parlavano solo Cinese. Ma sono stati molto gentili e mi hanno accompagnato ai 2 sportelli bancari che c'erano, ma non cambiavano valuta. Nessuno cambiava dollari, perche' poi doveva andare lontano per cambiarli. Ho preso un autobus con l'intenzione di fare un giro in una zona montagnosa e vedere Lijiang prima di andare a Kunming. Ho dormito in uno squallido, sporco e relativamente caro (10 Euro) hotel in una citta`orribile dal grazioso nome di Panzihua (un albero fiorito di grandi fiori rossi) (vedi prima foto), lungo il Jinsha jiang (nome dell'alto corso del Changjiang (detto da noi Yangzi jiang o fiume azzurro), il piu`grande fiume della Cina, con ampi conoidi di scarico di miniere. La mattina dopo, autobus, con arrivo a Ninglang, dormito e il giorno dopo arrivato al lago Lugu. Un villaggio tranquillo, dove arriva (arrivava) una sola sttradina sterrata, con uno due autobus al giorno e qualche camion. L'etnia che abita li' sono i Mosuo, che sono noti per l'organizzazione strettamente matrilocale, le donne e i loro figli vivono nella loro famiglia e non convivono con i loro uomini. Questo ha generato una leggenda di donne di "facili costumi" (come si diceva una volta), abilmente sfruttato da agenzie turistiche, che ha attirato un certo tipo di turisti che ovviamente trovavano "escort" cinesi. Una di queste e`stata un po' insistente con me perche' pensava che non parlando bene Cinese non capissi che servizi proponeva. La famiglia dell'alberghetto in cui stavo mi ha preparato la cena e ho cenato con loro, e il giorno dopo ho fatto un giro sul lago, finio a un'isoletta con tempio con scritte in Tibetano. Il giorno successivo ho chiesto un passaggio a un fuoristrada che dopo poco si e`guastato. Ho fatto un pezzo di strada in compagnia di un ragazzo Yi che viveva in Sichuan (nel villaggio di sua moglie) e tornava nel weekend nel villaggio dei suoi genitori; mi ha invitato da lui ma i genitori non c'erano e allora ha fermato un camion dicendo loro di portarmi fino a un incrocio.
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Il camion con tutta la gente a e bagagli e la strada sconnessa faceva paura, e a un certo punto in una salita e`scivolato indietro, ha ripreso la rincorsa e scivolato di nuovo, allora sono saltato giu`e ho proseguito a piedi. Arrivato a un passo e sceso in una valle, ho incontrato dei minatori in ripari di plastica vicino alla miniera, che mi hanno invitato a mangiare qualcosa. Ho proseguito fino a un villaggio (un capoluogo di comune), dove c'era un alberghetto (in realta`una sola stanza). Nel villaggio Yi (la etnia tibeto-birmana maggioritaria in quella zona), c'erano 4 Han, uno fotografo (che faceva solo qualche foto di identita`o di matrimonio), un bancario (sportello sempre chiuso), e altri 2 non so; due erano li`da poco, altri parlavano anche Yi, comunque erano tutti sfaccendati. Alla cena ho offerto la birra, e loro sono andati via dicendo che pagavo io. Alla colazione hanno cercato anche di scroccare ma ho detto di no, anche perche' mi restavano pochi Yuan. La dormita era in una stanza che accanto c'era un generatore elettrico diesel fumante e rumoroso che alimentava il cinema.
Mi hanno sconsigliato il giorno dopo di andare al fiume, dicevano venti chilometri! pensando che non vrei pensato di fare a piedi 20 Km, e poi il fiume non si passava (dalla looro descrizione avevo capito che era un ponte sospeso e non mi sono preoccupato). Per strada ho incontrato un giovane a cui hio offerto 10 yuan per portarmi il sacco. Come si vede dalle foto la valle era un bel paesaggio, come si vede dalle foto:
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Arrivato al fiume ho preso un piatto di spaghetti in un gruppo di case e poi ho visto cos'era quello che pensavo un ponte sospeso: era un tubo di irrigazione.
Dicevano che era alto 100 m e lungo 400, ma probabilmente era un po' meno. Mangiato una caramella per evitare eventuale ipoglicemia, e aspettato che una signora arrivasse proveniente dalla parte opposta, sono partito; in parte del percorso ci si teneva bene alle corde di sostegno, in altre meno.
Costeggiato il fiume ho visto un gruppo di case, il mio portatore e`tornato indietro e al piccolo villaggio, di nome Weiliyicun, ho detto che avevo bisogno di mangiare e dormire, hanno detto mei you wenti (non c'e' problema). Il giorno dopo piovigginava e sono restato li'. 

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Nelle foto: a destra il villaggio Weiliyicun visto dal sentiero lungo il fiume, e a sinistra l;a vista dal balcone dove dormivo.

Il villaggio e` dell'etnia tibeto-birmana Yi, che abita le zone montagnose e sono i piu`poveri. Il villaggio e` composto di 3 famiglie, le figlie della nonna con i mariti e i figli. Il giorno che sono stato nel villaggio, e` stata un'occasione per parlare, con l'uso del dizionario, delle coltivazioni (piuttosto varie: riso, patate, banane, melograni, mais, etc.), della scuola (a mezz'ora di cammino), dell'ospedale (a 9 ore di cammino...), la famiglia. La nonna preparava la colazione la mattina con un mulino a mano. Mi hanno rimesso in forma (ero disidratato perche' non avevo voluto bere alle fontane per paura di batteri, ma avrei fatto meglio a bere) con brodo di pollo, e un infuso di licheni bianchi. Avevo 2 sacchi, uno grosso e uno piccolo, e ho offerto 100 yuan al giovane padre di casa per accompagnarmi e portarmi il sacco fino alla strada, da cui potevio prendere un autobus. Nelle immagini che seguono la vista all'uscita del villaggio, il paesaggio quando ci si allontana dal grande fiume, il mio accompagnatore sulla bialera (canale di irrigazione) che abbiamo seguito per qualche ora, e infine un torrente in piena problematico da attraversare.
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Usciti dal villaggio, il sentiero costeggiava prima il grande fiume. Il mio accompagnatore-portatore si ferma a comprare qualche sigaretta. Poi il sentiero curva in un vallone laterale, piu`ricco di coltivazioni. Il terreno era reso molto scivoloso dalle piogge (era inizio settembre), in alcuni punti si doveva prendere lo slancio per superare una frana in fondo a un vallone. Poi la lunga bialera che non si vedeva dove si mettevano i piedi perche' c'era l'erba, e i sassi sotto erano scivolosi e la bialera era esposta. Arrivati poi al torrente che si vede nella foto, ho detto allora torniamo indietro. Dice no, andiamo a vedere piu`in su, ci si arrampica su un albero per superare una roccia a picco sul torrente, e poi lui prova a attraversare; a meta`e`portato via dalla corrente ma riesce a nuoto a arrivare dall'altra parte, dopodiche' torna senza essere portato via. Visto? si puo`passare! non ero convinto, ma con l'aleatorio aiuto di una liana sono arrivato dall'altra parte. Da li' ancora terreno scivoloso, il mio portatore-guida era stanco, mi ha chiesto un aumento: gli ho detto che avevo solo piu' 50 yuan e mi servivano per mangiare, dormire e arrivare a Lijiang. Mi ha detto se mi dai 50 yuan a cena alloggio e autobus ci penso io. Dopo 9 ore di cammino arrivati a Mingyin, cenato, incontrato uno strano personaggio di intellettulae Naxi che aveva in casa libri scritti con i vecchi ideogrammi Naxi (i Naxi sono un gruppo etnico tibeto-birmano), e sembrava un po' trattato dagli altri come lo scemo del villaggio. Ho dormito in una stanza con due bracconieri e un pangolino legato. La mattina dopo autobus per Lijiang, cambio dollari alla Bank of China, riparazione degli occhiali rotti, del cinturino rotto dell'orologio, delle scape rotte, e lavaggio panni che pero` non asciugarono per l'umidita` e me li dovetti riprendere umidi. Lijiang era (mi dicono che ora non piu`, diventata troppo turistica e troppi investimenti da fuori) una citta` ancora vissuta in maggioranza dagli abitanti, con un mercato anche locale oltre che turistico.