Due camminate in Nepal, dicembre 1979

Da Trisuli Bazar ai laghi di Gosainkund e a Tatopani e a Sundarijal

Abbiamo cercato una guida, e abbiamo trovato uno Sherpa con 2 portatori, che parlava un po' d'Inglese. Da Kathmandu in autobus fino a Trisuli Bazar, si scende dall'altipiano. Da qui lungo la valle quasi in piano. A meta` giornata si traversa un affluente e il sentiero comincia a salire. Vediamo che i nostri Sherpa si tolgono le giacche. Infatti poi la salita era dura, 2500 metri di dislivello nel bosco di pini, arrivati a buio a un monastero dove abbiamo dormito (e mangiato, fra l'altro formaggio di yak). "Pero`, forti questi Italiani", osservo` la guida. Il giorno dopo altra salita, fuori dai pini e poi fuori dai rododendri, prati di alta quota fino ai laghi di Gosainkund, a quota 4500, dove hanno montato la tenda e ci hanno fatto da mangiare riso cavolfiore e zenzero. Non avevamo fame ne' sete ne' necessita` di pisciare ne' sonno, effetto dell'altitudine. Ma per il resto stavamo bene. Il lago era ghiacciato. Il giorno dopo salita a un colle piu` in alto, con seguente discesa fino a raggiungere una cresta che abbiamo seguito fino a un villaggio chiamato Tatopani (acqua calda), dove abbiamo dormito in tenda ma mangiato in una casa, dove con il nostro interprete abbiamo parlato con i residenti. Avevo lasciato a terra la mia pila, e un bambino (7-8 anni?) lo aveva smontato, osservando che se metteva fra batteria e lampadina un pezzo metallico questa si accendeva, poi se metteva la biro di plastica non si accendeva, e cosi` continuava a fare esperimenti. Mi hanno detto che non andava a scuola perche' la scuola era lontana. Un talento di ricercatore sprecato.
Lungo la cresta ho anche visto 2 bambini che avevano costruito un modello in miniatura dei mulini a asse verticale in  uso da quelle parti, e girava!
Continuando in cresta con ampia e magnifica vista, per un po' ho scambiato il mio sacco con una cabassa (gerla, per i non-piemontesi), e tutti quelli che incrociavo (li' i sentieri sono frequantati, non ci sono strade) facevano grandi risate.
Alla fine della cresta, dopo aver mangiato tsampa con yogurt, si scende a Sundarijal, e da qui in breve in autobus a Kathmandu.


Da Pokhara a Nalma e scendendo il fiume Marsyandi

Dopo il giro con guida e 2 portatori, ci siamo resi conto che si poteva anche andare in giro per conto proprio, e senza tenda, perche' in ogni villaggio si trova da dormire (questo perche' la gente va a piedi per piu` giorni; per esempio la nostra guida diceva che per tornare al villaggio dopo aver preso l'autobus aveva 6 giorni di cammino).
Siamo andati allora in autobus a Pokhara, bella cittadina sul bordo di un lago, il nostro albergo era proprio sul lago e abbiamo fatto anche un giro in barca (noleggiata dall'albergo). Seguendo la carta siamo andati verso nord-est, per colline boscose e vallette coltivate, e passando da altri laghi. Notte in alberghetto, c'era un tecnico idraulico che parlava un po' d'Inglese. Ripartiti la mattina dopo, c'era da attraversare un fiume. Un signore di passaggio ci ha dato la mano per attraversarlo. Poi la salita (1500 metri di dislivello, mi sembra) e si arriva a Nalma. Posto su una cresta, con ampie vedute, Un posto bellissimo. Abbiamo mangiato e continuato per cresta, per poi scendere in direzione della valle della Marsyandi. Arrivati la sera a un villaggio di etnia Gurung, ci hanno ospitato sotto una tettoia di una casa.
Siamo poi scesi sulla Marsyandi e costeggiato il fiume per 12 ore, per un tratto chiaccherato con un giovane induista di alta casta che parlava un po' Inglese (e disprezzava abbondantemente i Gurung e altre etnie tibetane delle montagne) dormito in alberghetto e continuato il giorno dopo fino alla strada Pokhara-Kathmandu dove abbiamo preso l'autobus.

Qualche copia di vecchie diapositive si puo` trovare in questa pagina