Soggiorni in Cina dal 1983 al 2016


1983. Era in costruzione a Hefei (Anhui) il primo laboratorio di radiazione di sincrotrone cinese. Un ricercatore di Hefei aveva passato un anno a Frascati, e mi aveva invitato a andare a Hefei per fare lezioni sugli ondulatori (una struttura magnetica periodica inserita sul fascio di elettroni per produrre raggi X con particolari caratteristiche), dato che intendevano costruirne.

Arrivati con volo Aeroflot siamo andati in centro a un ufficio turistico che ci ha trovato l’alloggio e poi alle 19 abbiamo cercato un ristorante ma stavano tutti chiudendo. Uno accetta di tenere aperto ancora per noi. Domanda: cosa volete?; rispondo “mangiare”, risata.

Prendere il treno era una bolgia incredibile. Un cancello era aperto all’arrivo del treno per il controllo dei biglietti, e era un gran pigia-pigia.

All’arrivo il mio amico Wang Fuhua era a aspettarci con un collega, e parlando in Inglese perche’ capissimo, gli dice “vedi, te lo dicevo io che se la sarebbero cavata”. A quell’epoca davano per scontato che uno straniero si sarebbe perso. Per questo volevano sempre accompagnarli, cosa che veniva interpretata dall’accompagnato come una volonta` di controllarli.

Le mie lezioni all’universita` duravano dalle 8 a mezzogiorno, con ogni frase tradotta in Cinese da un collega.

Paola ha seguito le visite ginecologiche all’ospedale interno dell’universita` (con un fisico che faceva da interprete; i fisici erano i soli che parlavano Inglese).

Passeggiando per la citta` alberata e i parchi, attorno a noi si formava un capannello. Con un po’ di Cinese che mi ero studiato per conto mio ero in grado di dire da dove venivamo e cosa facevamo.

Siamo ripartiti in treno per Guangzhou per riprendere l’aereo da HongKong.


1998. Invitato al congresso internazionale della ICO (International Commission for Optics) a Tianjin, presso l’Universita` Nankai, grande congresso, ho fatto due relazioni su idee che ho sviluppato in seguito. La tempartaura era mantenuta a 18 Celsius, mentre fuori c’erano 36 (e 100% di umidita`). Ho scoperto dove c’era il termostato e alzato a 17 gradi, ma poi qualcuno lo rimetteva subito a 18. Conseguenza, uno spaventoso raffreddore che mi ha accompagnato nel successivo viaggio in treno.

Partito in treno per andare a Tai Shan, la montagna dove aveva meditato Confucio,

Ho lasciato la mia riserva di insulina a Tai’An a un negoziante musulmano (in frigorifero, non sotto zero) vicino alla moschea (con i due leoncini all’entrata), e sono partito a piedi con 35 gradi e forte umidita`. Piu` di 1000 metri di dislivello, grandi scalinate, molta gente. In cima, ho preso posto al “lungo corridoio del sole che sorge”, posto in cima in posizione panoramica. Il cesso faceva schifo. Era una specie di dormitorio, con grande vetrata verso est. Ma il giorno dopo il sole non e` sorto: pioveva. Un gruppo di ragazzine mi ha dato un impermeabile di plastica e siamo scesi sotto la pioggia, con l’idea di andare poi a Qufu (la citta` di Confucio) ma poi ho rinunciato .


Ripreso il treno per andare allo Shanghai Institute of Optics and Fine Mechanics, mi sono fermato per strada a Suzhou, la citta` dei giardini classici: in particolare ricordo il giardino del Maestro delle Reti e quello dell’Umile Amministratore; che poi ho rivisto anni dopo con Paola e Eva. Arrivato alla stazione di Kunshan ho telefonato al mio collega che e` venuto a prendermi in moto per andare a Jiading. Faceva caldissimo e umido, le fabbriche lavoravano dalle 6 alle 9. La gente andava in giro a torso nudo e con asciugamani per asciugarsi.


A Chengdu ho visitato l’universita` ma non ricordo niente.


Poi ho preso il treno per Leshan dove si trova il grande Buddha. La zona monumentale e` una trappola per turisti con ricostruzioni arbitrarie e di dubbio gusto, dove si devono passare in sequenza tutta una serie di zone prima di poter uscire. Ho preso il treno per Kunming che partiva la sera. Non c’erano posti (ne’ cuccette ne’ posti a sedere) e allora mi hanno detto di andare a dormire al vagone ristorante. La mattina, dopo le montagne, risalendo il Jinsha Jiang (a valle detto Yangzi Jiang), ho deciso di fermarmi per strada in una cittadina, per fare un detour dato che avevo tempo.


Arrivato a Panzihua (citta` orribile e squallido albergo) ho preso un autobus per andare al lago Lugu per poi proseguire a piedi. Questo e` descritto nella pagina lugu.html del settore trekking.


Arrivato a Kunming mi ha raggiunto Paola, con la quale siamo partiti per un giro. Preso un autobus per Dali, a un certo punto l’autista si assenta per andare a dormire, per cui scendiamo e troviamo un altro mezzo.

Ci siamo fermati qualche giorno a Dali, Visita alla citta` e alle San Ta (le 3 pagode che hanno resistito ai terremoti dal 900 d.C.), e poi al “sentiero delle nuvole”, un sentiero orizzontale (a circa 2800 m.) lastricato lungo la costa del Cang Shan (catena montuosa parallela al lago Er Hu)

In un ristorantino abbiamo mangiato ottimi funghetti e licheni.


Tappa successiva LiJiang, in ricostruzione dopo il terremoto. Una citta` turistica ma ancora abitata dagli abitanti.

(adesso dicono che e` rovinata dal turismo, e non ci abitano piu` i locali)


Giro turistico in giornata al Salto della tigre, (una rapida in fondo a una gola di oltre 3000 metri) sul Jinsha Jiang, con un pulmino che la guida parlava in Cinese e poi in Inglese ma non si capiva quando stava parlando una lingua o l’altra.


2000 Guangxi: con Paola, Eva e Alessandra, una settimana in Guangxi dalle parti di Guilin e una a Hanoi, con trasferimento in treno.

Arrivati a Yangshuo in mezzo alle formazioni carsiche, scesi dall’autobus incontriamo Xu Guifeng, detta Lucy, una ragazzina che aveva imparato l’inglese e che ci ha guidato a fare un giro in bicicletta, con un pezzo in barca sul fiume Li e pranzo a casa sua. Poi ha telefonato a un villaggio di montagna per farci andare a vedere un bellissimo paesaggio di terrazze di riso; ci ha accompagnato all’autobus

per le foto vedere http://rcoisson.eu/piwigo/index.php?/category/133


2002 Diqing con Paola. A Kunming abbiamo preso l’aereo; eravamo i soli passeggeri; e siamo arrivati a Gyalthang, in Cinese Zhongdian, in seguito ribattezzata stupidamente Shangelila. La parte vecchia della citta` era abbandonata e cadente; siamo andati a alloggiare vicino al monastero di Sogzhalin, in un albergo in stile tibetano in cui eravamo i primi clienti. Da qui abbiamo preso l’autobus per uno dei percorsi piu` impressinanti che ci sia capitato: per il racconto vedere http://rcoisson.eu/mekong.html


2004-2008 ambasciata


altre volte successive: congesso di informatica a Guiyang, lezioni e discussioni al 中国电子科技大学 (Universita` della scienza e tecnologia elettronica della Cina), accordo con la Univ. Tongji a Shanghai, congresso di informatica a Pechino, ...